La sottofamiglia Baryonychinae e il famoso Baryonyx walkeri.

Sottofamiglia Baryonychinae 

Baryonyx walkeri mount NMNS.jpg
Reperto fossile di Baryonyx walkeri
(Link alla fonte)


Si tratta di una sottofamiglia della famiglia Spinosauridae e contiene al suo interno tetanuri che si differenziano alla sottofamiglia Spinosaurinae per via di un numero di denti maggiore, mancanza di processi spinali allungati ed un cranio più compatto. Questa sottofamiglia è rappresentata dai taxa Baryonyx , Suchomimus , Cristatusaurus , Suchosaurus., Riparovenator e Ceratosuchops. Questi teropodi possedevano una conformazione del cranio adatta alla predazione di ittiopsidi (termine desueto per indicare i Pesci ma che adoro ancora usare ) poiché il loro cranio ( come per Spinosaurinae ) possedeva una forma affusolata e ospitava un gran numero di denti simili a pioli appuntiti che andavano a serrarsi ad incastro sulla vittima consentendo al dinosauro di trattenere prede sfuggenti come appunto i pesci. Baryonyx sp. è certamente il più caratteristico e ben conosciuto rappresentante della sottofamiglia, nonché uno dei dinosauri europei più suggestivi. Di seguito potete osservare un cladiogramma aggiornato agli ultimi studi di Chris Barker, Hone, Darren Naish, Andrea Cau, Lockwood, Foster, Clarkin, Schneider & Gostling:

(* modificato da Wikipedia : https://it.wikipedia.org/wiki/Baryonychinae )



Baryonyx walkeri.  

Cranio di Baryonyx walkeri.  Ghedoghedo © (https://goo.gl/OZiYsc)

Il nome di questo teropode significa "Artiglio pesante" e non serve una spiegazione avanzata per comprendere quale sia il motivo.Di fatto proprio questo grosso artiglio è ciò da il nome ad uno dei più grandi predatori del vecchio continente. I suoi fossili sono stati ritrovati dapprima in Inghilterra e successivamente anche in Spagna.


Oltre il grosso artiglio, come già accennato, un'altra caratteristica tipica di questo taxon , e certamente la più importante, era un muso affusolato , con un gran numero di denti mascellari e mandibolari capaci di serrarsi in modo perfetto ed impedendo alle prede di scappare. Le prede del Baryonyx walkeri erano sopratutto pesci
.


Artiglio di Baryonyx walkeri. Thesupermat ©
(https://it.wikipedia.org/wiki/File:Moulage_d%27une_griffe_de_baryonyx.JPG)

Le narici erano disposte nella zona più arretrata rispetto agli altri teropodi e quindi questo aiutava il B.walkeri a posizionare il muso all'interno dell'acqua attendendo che qualche pesce incauto passasse tra le sue fauci spalancate. Certamente i pesci (genere Lepidotes), seppur presentassero un buon 80% della dieta di questo animale, non erano la sola fonte di nutrimento per questo predatore lungo sino a 9 metri.Di fatto , all'interno del suo torace, vi sono state ritrovati i resti di ossa riconducibili ad un tipico erbivoro del suo tempo, ovvero del ornitopode Iguanodon sp.

 

Lepidotes gigas Holzmaden.jpg
Lepidotes gigas
(Link alla fonte)

Scheletro di Iguanodon sp. (Werner Willmann©)  
( https://it.wikipedia.org/wiki/File:Iguanodon_Skelett_2.jpg)
Come ci insegna la tafonomia (scienza che studia le modalità della formazione di un fossile) , non possiamo affermare con certezza che B.walkeri attaccasse, uccidesse e predasse Iguanodon sp. ma certamente non possiamo escludere che questo predone non disdegnasse la carne di dinosauro. Poichè Iguanodon sp. presentava specie capaci di raggiungere i 10 metri di lunghezza e svariate tonnellate di peso (vedi Iguanodon bernissartensis) è difficile credere che questo animale, così ben adattato alla pesca, si inoltrasse nell'entroterra per la caccia a queste prede. Probabilmente quello che poteva fare era approfittare di qualche carcassa di Iguanodon sp. predato da altri grossi predatori contemporanei come il famigerato Neovenator salerii allosauroide neovenatoride sistematicamente basale e imparentato con i carcarodontosauridi africani e sudamericani.




Baryoynx ha da sempre affascinato i paleontologi per la sua morfologia così inusuale e molto particolare tale da suggerire uno stile di vita che, in molti, immaginano simile a quello degli ursidi della specie Ursus arctos horribilis , conosciuti volgarmente come "Orsi grizzly": questi orsi , durante il periodo della riproduzione dei salmoni, vanno a caccia di quest'ultimi nei fiumi del Nord America, arpionandoli con i lunghi artigli, non appena i salmoni saltano fuori dall'acqua per superare i crinali rocciosi del bacino fluviale e raggiungere le foci dei fiumi per deporre le uova.

Dettaglio di Baryonyx walkeri. Ballista © (http://urly.it/21nwr )


Bibliografia.
  • "In dino veritas. Guida ad una visione consapevole dei dinosauri" di Marco Lampugnani e Stefano Broccoli - Rswitalia Editore.
  • "Dinosauri" di Paul Barret. Nationa Geographic - Edizione White Star

Haplocanthosaurus.

(" Rettile dalle spine semplici ")


Fig1. Rappresentazione artistica di Haplocanthosaurus delfsi

Il genere Haplocanthosaurus [ Hatcher, 1903 ] contiene al suo interno due specie di sauropodi basali ( H.priscus e H. delfsi ) appartenenti al clade Neosauropoda.


Fig2.Rappresentazione dello scheletro di Haplocanthosaurus

I resti di questo gigante sono stati ritrovati in Colorado e Wyoming e sono databili al periodo  Kimmeridgiano del Giurassico superiore, circa 155 - 150 MAF.

L'Haplocanthosaurus era lungo ben 21,5 metri e possedeva un lungo collo composto da 14 vertebre.

I denti del relativamente piccolo cranio erano adatti a strappare la vegetazione di cui si nutriva.
In un esemplare di Haplocanthosaurus su cui sono stati effettuati dei studi approfonditi, è stata rilevata la presenza di sacche aeree nella zona addominale.

Questo grande erbivoro, come tutti i dinosauri sauropodi , era una mastodontica macchina divoratrice che grazie alla sua alimentazione, modellava piano piano l'aspetto dell'ambiente in cui viveva.

Il collo era mantenuto in posizione obliqua rispetto al terreno anche grazie alla presenza di arti anteriori relativamente più lunghi della norma, ma non così lunghi da assomigliare a quelli dei Brachiosauridi o ai Camarasauridi.

Questa posizione del collo consentiva all'animale di raggiungere sia piante basse che piante poste a media altezza.



Fig3. Scheletro di Haplocanthosaurus sp. presso il Museo di Storia Naturale di Cleveland.


Bibliografia e Sitografia.

1. "Dinosauri dalla A alla Z " , David Lambert e il Diagram Group, Editore A. Vallardi;
2. " In Dino Veritas - Guida ad una visione consapevole dei dinosauri", Marco Castiello - Marco Lampugnani - Stefano Broccoli -  Rswitalia.com Editore.
3. "Dinosauri - Alla scoperta dei giganti della preistoria " , DeAgostini Editore.
4. "Haplocanthosaurus", da Wikipidia, Enciclopedia Libera

Immagini e Fotografie
1

1. Rappresentazione artistica a inizio post di un H. delfsi, autore Micheal B.H. : https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/5a/Haplocanthosaurus.jpg

2 Rappresentazione scheletro https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fd/Haplocanthosaurus_utterbacki_skeletal.png

3. Foto di Haplocanthosaurus, autore ScottRobertAnselmo :  https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/aa/Cleveland_Museum_Haplocanthosaurus.jpg

Paleoscheda - Megalancosaurus preonensis




Il Megalancosaurus preonensis fu un animale molto particolare.
Vissuto circa 215 milioni di anni fa, nel Triassico superiore, e lungo poco meno di 30 cm, questo animale ha origini italiane. I suoi resti,infatti , sono stati ritrovati nelle vicinanze di Udine.

Le sue caratteristiche anatomiche sono riscontrabili nella la zona caudale, nella zona distale delle zampe anteriori e quella distale delle vertebre poste sopra le scapole.

UN 5° ARTO.
La coda del Megalancosaurus preonensis era lunga e presentava caratteristiche particolari, indicanti un adattamento eccezionale per la vita arboricola.
La coda era poderosa, dotata di vertebre che possedevano nella zona emale ( la parte inferiore ) dei grossi fori indicanti il passaggio di un probabile grande e forte tendine, in grado di far "arrotolare" la coda, consentendone l'utilizzo come un 5° arto.
Questo adattamento è analogo a quello utilizzato da alcune scimmie del Nuovo Mondo, come la Scimmia Ragno ( genere Ateles ), che utilizza la coda per aggrapparsi ai rami, raggiungendo così un agilità sorprendente tra i rami intricati della foresta.
Come se ciò non bastasse, vi era un altra particolarità nella coda del Megalancosaurus : la sua estremità.
Questa presentava un grosso aculeo, analogo a quello dei scorpioni, ma incurvato nella parte opposta, proprio come un vero e proprio gancio.
Un artiglio simile può solo indicare come questo animale fosse adattato perfettamente alla vita arboricola e che molto probabilmente l' "uncino" della coda avrebbe aumentato di molto la stabilità e la presa dei rami.
Non ci è dato comprendere però a cosa realmente servisse.
Non è da escludere che potesse avere una funzione anche sessuale e di corteggiamento.





"MANI" A PINZA. 
Il M.preonensis presentava molte caratteristiche fisiologiche che lo inquadrano come un animale prettamente arboricolo.
Le sue zampe ,di fatto, terminavano con una "mano" ben specializzata.
Infatti tre dita si chiudevano a pinza con un altra coppia di artigli così da garantire una presa salda tipica di un animale oggi vivente, che però, è fisiologicamente ed evolutivamente distante dal M.preonensis, ovvero, il camaleonte.


UNA STRANA GOBBA.
Le prime vertebre dorsali presentano una fusione tra loro e sono molto grosse. Tale combinazione dà al rettile una forma strana. L'animale probabilmente non aveva grande agilità a livello motorio.
La fusione delle vertebre però dava vita ad un'ampia superficie ossea in grado di consentire l'adesione di possenti muscoli. Quest'ultimi erano forse in grado di dare potenza al collo del Megalancosaurus facendolo scattare come una molla? 
Alcuni scienziati e non credono che ciò sia possibile.
Rimane pur sempre un enigma difficile da risolvere, a causa del fatto che nessun animale moderno gli assomiglia, e nessuno ha sviluppato un adattamento così specifico.


Per maggiori informazioni ecco i link dove è possibile vedere una rappresentazione dello scheletro di Megalancosaurus preonensis.


Bibliografia:
1- Silvio Renesto, Justin A. Spielmann, Spencer G. Lucas, and Giorgio Tarditi Spagnoli, The taxonomy and paleobiology of the Late Triassic (Carnian-Norian: Adamanian-Apachean) drepanosaurs (Diapsida: Archosauromorpha: Drepanosauromorpha), in New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, vol. 46, 2010, pp. 1–81.

2-  Calzavara M., Muscio G. & Wild R., Megalancosaurus preonensis, n. g., n. sp., a new reptile from the Norian of Friuli, in Gortania, vol. 2, 1980, pp. 49–63.                                                              
                                                                                                                 

Paleoscheda - Dilophosaurus

Dilophosaurus.

Disegno di base in matita.In seguito ripasso e chiaro scuro in china.


Descrizione generale.
Circa 200-190 maf (milioni di anni fa ), nel Giurassico inferiore, sul nostro pianeta viveva un dinosauro carnivoro dalla forma particolare. Era il Dilophosaurus, un teropode arcaico dalla corporatura snella e da una tipica doppia cresta presente sul capo. Il Dilophosaurus era uno dei più grandi predatori del suo tempo, e cacciava altri dinosauri del periodo, quali il corazzato Scelidosaurus, e il piccolo e agile Heterodontosaurus.
Questo dinosauro presentava dei caratteri primitivi, quali un collo relativamente lungo e zampe anteriori dotate di quattro dita. E' stato inoltre osservato che i denti erano lunghi ma con base nella mascella troppo corta e che quindi non doveva essere un cacciatore in grado di abbattere grandi prede.

Rapporto dimensionale tra un uomo adulto ( 1,8 m circa ) e un Dilophosaurus.


Ipotesi del sottoscritto.
Che il Dilophosaurus fosse un dinosauri caratteristico e alquanto insolito per le sue dimensioni, credo che sia abbastanza evidente. Nessun dinosauro teropode prima, e dopo la sua comparsa ha mai posseduto una cresta così evidente. L'unico animale che può rivaleggiare con il Dilophosaurus era il teropode antartico Crylophosaurus, il quale era sicuramente imparentato con il primo. Infatti, se si osservano i teropodi precedenti al Dilophosaurus, si può benissimo osservare come sia gli herrerasauri che i coelophysidi fossero privi di creste, indice del fatto che la cresta del Dilophosaurus non era un carattere primitivo. Neppure i teropodi successivi e più evoluti presentarono creste così particolari e ben evidenziate: infatti solo alcuni di essi, come l'allosauride Allosaurus o lo spinosauride Baryonyx, presentavano delle creste intraorbitali o sopracciliari e queste non erano nemmeno abbastanza evidenti.
Rimane dunque aperto, uno dei tanto dilemmi del Dilophosaurus: a cosa serviva un tale copricapo?
Nessun potrà mai sapere a cosa realmente servisse, ma possiamo fare alcune ipotesi.
Innanzitutto sappiamo che tale cresta era di dimensioni maggiori nei rappresentanti maschi che negli individui di sesso femminile. Dunque questo può portarci a incentrare le nostre ipotesi verso un utilizzo "sessuale" ( o comunque di dominanza ) della doppia cresta. E' probabile quindi che i maschi di Dilophosaurus, si affrontassero in "parate" fatte di movimenti di capo, al fine di scacciare il rivale dal proprio territorio di caccia o al fine di attirare l'attenzione delle femmine durante la stagione degli amori. Si può quindi immaginare una ipotetica danza d'amore di un Dilophosaurus maschio verso una possibile compagna. Il maschio, inalza il capo in aria, e mentre "canta" alla femmina, rivolge ad essa prima un lato della doppia cresta, e inseguito l'altra.
Questo perché potrebbe anche darsi che i pigmenti di quella doppia cresta, fossero in grado di cambiare colore repentinamente,in modo analogo a come fanno oggi i camaleonti o altri animali come le seppie e i calamari. Una mia tale supposizione deriva proprio da un comportamento analogo osservato i un documentario, dove proprio nel corteggiamento, un maschio di cefalopode ,durante la danza per la conquista della femmina, mostrava metà del corpo colorato e diretto verso la femmina e l'altra parte , con un colore differente, era rivolta verso possibili rivali.
Un'altro particolare caratteristica del Dilophosaurus erano un collo lungo, zampe anteriori terminanti a quattro dita e una bocca alquanto strana. Quest'ultima, infatti, presentava una rientranza nell' arcata mandibolare superiore, e inoltre i denti erano lunghi ma poco profondi all'interno dell'osso dentale.
Questo ha portato a supporre che il Dilophosaurus fosse poco adatto alla caccia di grandi prede.
Ma, personalmente, questo mi lascia un pò perplesso: è infatti difficile per un animale lungo 6 metri e pesante anche 500 Kg, potersi alimentare solo di piccoli dinosauri erbivori, i quali, d'altro canto, sono anche molto rapidi e difficili da catturare. Era quindi ovvio che, il Dilophosaurus, avesse raggiunto quelle dimensioni per dare caccia anche e soprattutto ad animali di grandi dimensioni quali lo Scelidosaurus, un dinosauro lontano antenato dello Stegosaurus e del Sauropelta.
Rimane quindi di capire come potesse un Dilophosaurus cacciare prede così grandi come uno Scelidosaurus. Uno Scelidosaurus ( un altro dinosauro che descriverò a breve nel mio prossimo disegno ) era un grosso bipede-quadrupede lungo 4 metri e pesante come un Dilophosaurus se non di più. Proprio osservando le caratteristiche fisiche dello Scelidosaurus, si possono avanzare varie ipotesi. Probabilmente il Dilophosaurus era un abile cacciatore che tendeva agguati aspettando che lo Scelidosaurus fosse abbastanza vicino per assalirlo. In realtà il primo attacco del Dilophosaurus serviva solo per impaurire lo Scelidosaurus, il quale poteva reagire in due modi: poteva o correre su due zampe oppure impiantarsi davanti al predatore mostrando le placche ossee che aveva sul dorso. Nel primo caso, il Dilophosaurus sarebbe stato in grado di rincorrere, affiancare e abbattere facendo perdere l'equilibrio allo Scelidosaurus, poichè dallo scheletro si deduce come il Dilophosaurus fosse agile e veloce grazie alle zampe posteriori forti e lunghe in grado di consentirgli veloci scatti sulla media distanza. Una volta a terra bastava azzannare con violenza l'esile collo o la piccola testa dello Scelidosaurus tentando nel frattempo di spezzare il collo utilizzando le forti zampe anteriori. Nel secondo caso, invece il Dilophosaurus avrebbe potuto trovare più difficoltà nell'attaccare lo Scelidosaurus, poiché quest'ultimo sarebbe stato in grado di allontanare il cranio rapidamente dalle mascelle del carinvoro. Le placche ossee disposte sul dorso avrebbero potuto rompere un dente al teropode se solo avesse provato a mordere con forza.A mio parere quindi, il Dilophosaurus cacciava principalmente grandi prede erbivore magari anche collaborando in uno stretto gruppo di due, massimo tre individui. Non disdegnava però animali di piccole dimensioni o meglio ancora facili pasti quali carcasse di altri animali.
Cliccate qui per visualizzare in Making Of del disegno.
Di Simone Liberati

La vita sulla Terra: Era Paleozoica

Il nostro pianeta è molto antico e ha visto svilupparsi un infinità di forme vegetali e animali durante le sue ere geologiche.
La Terra ha circa 4 miliardi e mezzo di anni e grazie ad alcuni importantissimi fossili si è a conoscenza che la vita sul pianeta apparve circa 3 miliardi e mezzo di anni fa, in forme unicellulari e primitive simili ai batteri.
Il periodo che va dai 4,5 ai 0,57 miliardi di anni fa è chiamato Precambriano, un periodo immensamente lungo in cui le forme di vita erano semplicissime.Le meduse erano i dominatori degli oceani mentre sulla terra ferma non vi erano forme viventi, ne animali ne vegetali.
Da 570 milioni di anni fa in poi, invece, vi sarà l'esplosione della vita che mano a mano porterà alla comparsa di forme di vita vegetali e animali sempre più evolute e straordinarie.
Il periodo che va da 570 a circa 500 milioni di anni fa è un periodo chiamato Cambriano. Qui troviamo la comparsa della stragrande maggioranza dei phylum presenti ancora oggi, dunque: anellidi primitivi, molluschi primitivi, crostacei, coralli, trilobiti e così via.
Nel periodo successivo, chiamato Ordoviciano,e da qua in poi, si sviluppano enormemente un gruppo di animali invertebrati che erano già apparsi durante il Cambriano, i Trilobiti.
Questi animali simili ai crostacei avevano una forma segmentata e presentavano corazze robuste contro i predatori.Alcune forme più evolute durante i milioni di anni successivi presenteranno "teste" sempre più caratterizzate e particolari. Grazie ad alcune forme fossili si è potuto osservare e capire che alcuni di loro erano anche in grado di appallottolarsi per difendersi meglio dai predatori. I trilobiti furono tra le primissime creature a sviluppare ed evolvere dei veri occhi composti simili a quelli degli insetti.
L'Ordoviciano si estese da 500 a 435 milioni di anni fa e vide la comparsa anche di brachiopodi ed echinodermi ( tra cui le famose stelle marine ) e i mari erano dominati da grandi predatori che andavano a caccia di trilobiti e di tutto ciò che era commestibile, i nautiloidi primitivi. Alcuni di loro, come il genere Cameroceras arrivano ad avere dimensioni considerevoli con lunghezze intorno ai 9 metri. Appaiono inoltre gli Euripteridi noti anche come "scorpioni di mare", artropodi dalla forma ricordante quella di uno scorpione terrestre ma adattati alla vita negli oceani e dunque presentavano tra le varie paia di zampe uno o due a forma di pala e una coda che terminava con una forma simile ad una pinna. Tutti accorgimenti fisiologici atti alla propulsione nel mezzo acquoso. E' molto probabile comunque che questi animali tendessero agguati sotto la sabbia più che rincorrere a nuoto le prede. Nell'Ordoviciano appaiono anche i primi antichissimi progenitori dei vertebrati.
Nel periodo successivo che va da 435 a 395 milioni di anni fa fu la volta del dominio degli oceani da parte degli euripteridi più evoluti ( che arrivarono ad avere dimensioni di anche 2 metri e mezzo ) e dei pesci. Questo periodo è chiamato Siluriano.
I pesci presenti nei mari del Siluriano erano Agnati (cioè senza mascella ) e Pesci corazzati con mascella ( come i Placodermi ).
I primi continuarono a sopravvivere anche dopo la fine del Siluriano, anche se in numero minimo, mentre i pesci corazzati saranno destinati a estinguersi.
I Placodermi sono i rappresentanti tipici dei pesci corazzati armarti di mascella. Le corazze cefaliche erano usate per difendersi dai predatori euripteridi ma alcuni di loro, come il Dunkleosteus crebbero di dimensioni fino a raggiungere la lunghezza di ben 10 metri e ben 6 tonnellate di peso.
Se nei mari erano presenti forme cosi avanzate di animali, non era la stessa cosa per la terra ferma, che fino ad allora non aveva ospitato alcuna forma vivente.Verso la fine del Siluriano però avviene qualcosa che cambierà definitivamente l'aspetto delle terre emerse: appaiono le prime piante terrestri. Prime tra tutte fu il genere Cooksonia, un genere di pianta molto semplice con un stelo che si ramificava sempre più verso l'alto. Le sue dimensioni erano minime, non aveva foglie e alla fine di ogni stelo presentava una sacca ovoidale.
Dopo il Siluriano seguì il periodo Devoniano ( 395 - 345 milioni di anni fa ), che viene definito l'"Età dei Pesci", poiché proprio in questo periodo si evolvono i pesci cartilaginei (squali, razze e chimere) e i Pesci ossei. I pesci corazzati si estinsero mentre gli agnati regredirono enormemente lasciando oggi in vita solamente due gruppi, i Cephalaspidomorphi (lamprede) e i Myxinniformi (missine). Allafine del periodo appaiono un gruppo di animali che darà il via alla vita animale sulla terraferma, gli Anfibi.
In realtà le prime forme terrestri non vengono definite veri e propri Anfibi ma vengono chiamati piuttosto Tetrapodi primitivi.
Di questo argomento, abbastanza delicato, però ne parlerò in un altro post in maniera più dettagliata.
I primi Tetrapodi primitivi si evolsero da un gruppo di pesci polmonati dalle pinne lobate, da cui poi si sono evoluti anche i moderni Dipnoi.
Siamo così giunti al periodo chiamato Carbonifero che si estende da 345 a circa 280 milioni di anni fa. In questo periodo gli Anfibi si evolsero in svariate forme e dimensioni e diventarono i primi grandi animali vertebrati.Con il passar dei millenni evolsero uno scheletro più forte e in grado di farli deambulare con più facilità, ma nonostante ciò non erano ancora in grado di allontanarsi di corsi d'acqua. Come i moderni Anfibi, essi necessitavano dei corsi d'acqua per sopravvivere e riprodursi, infatti la loro pelle doveva rimanere sempre bagnata e le uova dovevano essere deposte in acqua.
I vegetali avevano cominciato già da milioni di anni la loro evoluzione sulla terraferma e dai tempi del Siluriano con il genere Cooksonia, ora si erano sviluppate estese foreste di felci ed equiseti che cominciavano a dominare il paesaggio terrestre.Durante il Devoniano e il Siluriano le piante avevano riempito l'aria di ossigeno favorendo così l'evoluzione dei Tetrapodi e la vita sulla terraferma.
Alla fine del Carbonifero appaiono i primi rettili, con pelle squamata, uno scheletro più forte, maggiore resistenza e uova con un guscio solido e anti disidratazione.
Dopo il Carbonifero giunse il periodo chiamato Permiano che si estende da 280 a 230 milioni di anni fa. Durante questo periodo i rettili presero il dominio mentre gli Anfibi retrocedevano.
Il Permiano fu un periodo decisivo non solo per i Rettili, ma anche per i Mammiferi. Parleremo di questo argomento in un altro post, in cui cercheremo di ripercorrere la loro ( nostra ) evoluzione, fino alle forme attuali.
Durante il Permiano, nei mari, scompaiono i trilobiti, che fino ad allora avevano costituito una parte importante della fauna marina.Molto probabilmente non furono in grado di competere con altre specie come crostacei e molluschi. Anche questo argomento sarà affrontato in un altro post.
Tra i vegetali del Permiano osserviamo l'evolversi delle conifere.
Tutte le epoche qui da me affrontate, dal Cambriano al Permiano costituiscono l'Era Paleozoica.

AGNATI

Gli Agnati sono una Superclasse di animali acquatici, che hanno segnato la storia della vita sulla Terra, poichè furono i primi cordati (animali muniti di corda dorsale) ad evolversi.
Il loro nome significa "senza mascella",e gli unici rappresentanti sopravvissuti fino ai giorni nostri sono Lamprede e Missine.
Queste due classi sono completamente cambiate rispetto ai loro antenati, i quali avevano un corpo non serpentiforme, potevano avere pinne pari o spine che avevano la funzione di stabilizzare il nuoto, e possedevano una corazza cefalica che li proteggeva dai predatori (i Euripteridi, scorpioni di mare).Lamprede e Missine sono riuniti nella Superclasse Ciclostomi, mentre i loro antenati fanno parte della classe dei Ostracodermi.

Esempio di Ostracoderma:
http://www.duke.edu/~dwm2/Geology%20Presentation/Ostracoderms.jpg

Lampreda:
http://www.ittiofauna.org/webmuseum/agnati/petromyzontiformes/petromyzontidae/lampetra/lampetra_fluviatilis/images/l_fluviatilis04-500.jpg

Missina: http://www.seawater.no/fauna/Fisk/images/DSC00348.jpg

Alcune Lamprede (tutti i diritti riservati all'autore del video borjail )